FEMMINICIDIO

giovedì 26 gennaio 2012

La conferenza stampa conclusiva della visita ufficiale della Relatrice speciale ONU contro la violenza sulle donne in Italia

(ANSA)

La violenza sulle donne "resta un problema in Italia": l'accusa giunge oggi dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, Rashida Manjoo, al termine di una missione conoscitiva, la prima di questo tipo in Italia.
L'inviata dell'Onu ha puntato il dito sulla violenza e la situazione carceraria, e ha esortato a non utilizzare la crisi economica del Paese come alibi per il calo di risorse a attenzione su questo grande problema.
"Con dati statistici che vanno dal 70% all'87% - ha detto - la violenza domestica risulta essere la forma di violenza piu' pervasiva che continua a colpire le donne in tutto il Paese". Le vittime di omicidio da parte di partner o ex partner, ha detto, sono passate da 101 nel 2006 a 127 nel 2010, e gran parte delle violenze non viene denunciato, a causa del "contesto patriarcale e incentrato sulla famiglia" in cui la donna vive ancora in Italia. La violenza domestica, inoltre, non viene sempre percepita come reato. Per di piu', "un quadro giuridico frammentario e l'inadeguatezza delle indagini, delle sanzioni e del risarcimento alle vittime sono fattori che contribuiscono al muro di silenzio e di invisibilita' che circonda questo tema".
Quanto ai penitenziari, la relatrice dell'Onu ha riferito di essere stata informata sulle difficolta' di accesso allo studio e al lavoro, "riconducibili alla mancanza di risorse e alle pratiche discriminatorie da parte del personale delle strutture carcerarie" e della "disparita' di trattamento da parte di alcuni giudici di sorveglianza nel riesame delle sentenze per la scarcerazione anticipata delle detenute che soddisfano i requisiti per le misure alternative al carcere".
Inoltre, "i problemi che affrontano le detenute con figli minori all'interno e fuori dal carcere dovrebbero essere presi in esame e, ove possibile, occorre valutare eventuali pene alternative". Manjoo si e' detta contraria alla possibilita' di far restare con le mamme in carcere i figli fino a 6 anni (ora e' fino a tre): "so che se ne sta discutendo in Italia ma non e' una buona idea, invito a riflettere bene su questo punto".
Manjoo ha applaudito alle azioni intraprese di recente come la legge sullo stalking, i piani d'azione nazionali sulla violenza contro le donne e il Piano nazionale per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro. Tuttavia, ha aggiunto, "le sfide sono ancora tante" e tra queste "la piena ed effettiva partecipazione delle donne al lavoro e alla sfera politica".
"Il quadro politico e giuridico frammentario e la limitatezza delle risorse finanziarie per contrastare la violenza sulle donne, infatti - ha detto - ostacolano un'efficace ottemperanza dell'Italia ai suoi obblighi internazionali".
"L'attuale situazione politica ed economica dell'Italia non puo' essere utilizzata come giustificazione per la diminuzione di attenzione e risorse dedicate alla lotta contro tutte le manifestazioni della violenza su donne e bambine in questo Paese" ha concluso, invitando "tutte le parti coinvolte ad assumersi la responsabilita' di promuovere i diritti umani per tutti e a far si' che la violenza contro le donne rimanga tra le priorita' dell'agenda nazionale". (ANSA).

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